Cari amici,

Da un mese che sono arrivata a Nosy Be!
L’arrivo come al solito è stato molto emozionante.
I bambini del villaggio di Ampombilava e le loro maestre mi aspettavano lungo il ciglio della strada, con i loro grembiulini rossi.
Con me c’erano anche sei (6) turisti che avrebbero alloggiato al turismo solidale e che hanno fotografato questa scena così commovente.

L’aria di Nosy Be è sempre dolce anche se il caldo ad aprile è ancora forte!.

Al turismo solidale è stato bello vedere che i bungalow erano stati ben sistemati e constatare che i miei collaboratori, Ismaele Boy e Belaza avevano lavorato veramente bene in questi quattro mesi di mia assenza.

Mi sono sentita subito a casa, il giardino era fiorito e in ordine. Mi sono congratulata con il giardiniere Merci.

Sono 18 anni che vivo qui, ma mi sembra sempre che siano passati solo pochi anni, poi mi faccio il calcolo e vedo che effettivamente sono proprio 18.

Nei giorni seguenti, con i turisti siamo andati nel villaggio di Ampassindava per vedere e salutare i bambini. Come al solito, ho visitato prima quelli delle materne. Il piccolo Aurelio, appena mi ha visto sulla soglia della sua classe, mi è venuto incontro e mi ha abbracciato. L’ho preso in braccio e lui mi ha stretto con forza le sue braccine al collo. I turisti sono rimasti colpiti dal suo entusiasmo e l’hanno fotografato. Non me l’aspettavo e sinceramente mi sono commossa nel sentirlo così felice di rivedermi. Penso sempre “Chissà se si ricordano di me, dopo 4 mesi che manco…sono così piccoli!”.

La domenica, come al solito, i Bambini, senza essere chiamati, sono arrivati per giocare e subito si sono organizzati da soli…
In questo mese, cari Amici, abbiamo già fatto tante cose e messo in cantiere altre ancora, ed ero pronta a parlarvene, ma mentre vi stavo scrivendo, ho sentito l’urgenza di parlarvi di altro.
Scrivo le mie lettere sempre con tanta gioia per le cose che riesco a realizzare. È difficile che io mostri, anche solo nelle foto, immagini tristi, non so…. di un vecchio che sta male, di un bambino malnutrito o di una vecchia scarnita e piena di rughe, che sorride senza denti. Eppure ci sono persone così, ma poiché penso che tutti sappiamo la povertà di questi popoli, non mi è mai sembrato il caso di parlarne o di mostrarla. Ma oggi è stata una giornata particolare!

Oggi sono andata con una ragazza, che mi aveva già scritto dall’Italia, che voleva visitare una delle nostre scuole, nel villaggio di Ampassindava e abbiamo visitato le scuole materne e poi mi sono fermata in una delle classi della scuola primaria, precisamente in una seconda elementare. I bambini erano seduti nei loro banchi, come al solito, in perfetto ordine. La ricreazione era finita da poco, ed io avevo notato, sulla veranda, davanti alla loro porta, un grande piatto, con spaghetti spezzati, delle frittelle, che in genere la maestra prepara a casa, per poter vendere appunto nella scuola. In realtà, anche se costa poco, i bambini non hanno la possibilità di comprare qualcosa ed ecco infatti che il tutto stava ancora là. Ho pensato allora di comprare tutte quelle cose per quella classe. Ho detto alla maestra di distribuire la pasta e le frittelle ai bambini. Lei non si è persa d’animo, ha fatto venire i bambini vicino alla porta, in fila e, ha preso tanti pezzetti di carta, che hanno fatto da piatto, e vi ha messo sopra un cucchiaio di spaghetti, per ogni bambino. I bambini felicissimi sono tornati al loro posto con questo pezzetto di carta, se lo guardavano compiaciuti e poi hanno cominciato a gustare gli spaghetti. È stata una scena a cui non avevo mai assistito. La ragazza che era con me e che fotografava si è commossa, mentre io mi rattristavo vedendo questo quadro della “vera povertà.” Pensavo” Tu pensi di fare tanto, ma guarda come sono sempre poveri!” È una cosa vera e tristissima!

Credo che dovrò allargare il numero dei bambini che rimangono alla mensa scolastica, Anzi mi devo informare quanti bambini di quella classe rimangono a mangiare a scuola. In genere noi accettiamo tutti quelli che lo chiedono, ma può darsi che arrivati al numero di 200, il direttore abbia detto basta. Anche nelle altre due scuole, quella di Ambondrona e quella di Ampobilava il numero è sempre di 200. Poi vi farò sapere!

Un’altra cosa che pure ho visto stamattina e sempre in questa stessa classe è che molti avevano magliette piene di buchi. Non è per me una cosa nuova, ma non le avevo mai viste così stracciate. In genere I bambini portano la loro divisa rossa e quindi non si vede quello che c’è sotto. Poiché ogni classe ha quasi 60 bambini non posso portare le magliette nelle aule ed allora ho pensato che, come facevo una volta, la maestra dovrà guardare I bambini che appaiono più poveri degli altri e inviarmeli nel pomeriggio, dopo la scuola, in modo che io possa dare loro le magliette senza mortificarli davanti agli altri. Pensate che a scuola le famiglie li mandano con le cose migliori che hanno quindi, per indossare quelle magliette, vuol dire che proprio non hanno altro!!

Voi penserete “ Come? Dopo tanti anni ancora ti meravigli e ti rattristi per queste scene?”
Ebbene sì, quando vedi i loro sorrisi, dimentichi la loro povertà e li vedi solo felici, …ma la povertà rimane e non si deve dimenticare!!
Vi chiedo scusa per questo sfogo e per questa lettera poco allegra, ma se queste cose non le dico a voi, miei Amici, a chi le dico?…
Nella prossima scriverò tutto quello che stiamo facendo di bello…..e sono tante le cose!!!!!

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Un grande abbraccio.
Manina

P.S. non dimenticate il 5 per mille! C.f. 97419350588. Grazie!